Il triangolo non l'avevo considerato!

22.05.2014 13:05

Qualcuno di voi riconosce in questa lettura se stesso o qualche parente e amico?

Il triangolo psicodrammatico o triangolo di Karpman è uno strumento di analisi ideato da Stephen Karpman per studiare i giochi psicologici che vengono messi in atto dall'essere umano per soddisfare principalmente il bisogno di riconoscimento. (vedi anchewww.facebook.com/ilmiocounseling/posts/514740035304857)

Si compone da tre ruoli: Persecutore, Salvatore e Vittima. 
“Di volta in volta tutti recitiamo le parti di Persecutore, di Salvatore, di Vittima; ma è anche certo che tutti tendiamo ad affrontare la vita facendo di preferenza i giochi da una posizione favorita. Non sempre è chiaro, a chi lo interpreta, quale sia questo suo ruolo preferito: può capitare che ci comportiamo in un determinato modo e abbiamo invece la sensazione di comportarci in un modo tutto diverso. Non è raro ad esempio, che una persona che si sente Vittima perseguiti in realtà chi gli sta attorno. E spesso è questo scambio di ruoli che crea un dramma” (James, Jongeward,1971).

Karpman suggerisce che tutti noi sappiamo bene, se riflettiamo, quale ruolo preferiamo nelle nostre interazioni problematiche.

Questi ruoli assunti non devono essere confusi con l’esperienza effettiva di essere una vittima, di proteggere vittime reali o di perseguitare gli altri.

La caratteristica principale di questi ruoli è quella di non essere autentici; infatti, recitando queste parti, il soggetto non vive nel presente ma utilizza vecchie decisioni sulla vita (copione) prese da bambino o ereditate dai genitori. 
(vedi anche www.facebook.com/ilmiocounseling/posts/518777448234449)

La persona che si immedesima nel ruolo del Salvatore avverte la necessità di aiutare l'altro, anche se questi non ne ha effettivo bisogno. Egli ritiene che l'altro sia bisognoso del suo aiuto, mentre, in realtà è lui che ha bisogno di sentirsi utile, cercando di riscattare il senso di colpa o l’immagine negativa che ha di sé con azioni meritorie. Offre aiuto per acquistare un’identità di fronte a se stesso e un riconoscimento sociale di cui ha bisogno. Ha aspettative di gratitudine e riconoscenza. L’aiuto non richiesto può essere colto, da chi lo riceve, come un’invasione, una soffocante prevaricazione che finisce per modificare il ruolo di chi lo dispensa in Persecutore. In pratica questa figura è un soccorritore, si cura degli altri ma li rimprovera perché sono egoisti, incapaci, pigri, è un salvatore manifesto ma un persecutore nascosto, è un “lavoratore indefesso”, si affanna per aiutare tutti e ben presto si sfinisce e si lamenta.
Tale tipologia di persona è attratto da chi soprattutto tende ad assumere il ruolo di Vittima.

La Vittima è alla ricerca inconsapevole di un persecutore, che gli serve per sentirsi rifiutato o sminuito, e di un Salvatore, per credere di aver bisogno del suo aiuto in quanto la Vittima non ama le responsabilità.
La persona che assume questo ruolo tende a lamentarsi e a non chiedere direttamente, interpreta gli eventi come ingiustizie che tutti fanno nei suoi confronti. E’ in continua posizione di attesa e pretesa dagli altri e si stupisce quando non vengono compresi i suoi bisogni peraltro inespressi e facilmente attacca e accusa le persone passando alla posizione di Persecutore.
Esistono vari tipi di vittima:
1) “Sottomessa o avida”: è un atteggiamento spesso associato alla paura di non farcela. Questa figura tende la mano al persecutore lamentandosi continuamente, vive ogni desiderio come una cosa imperiosa.
2) “Ingiusto addolorato”: si presenta con un’aria infelice ma cambia repentinamente accusando gli altri del proprio stato. E’ una vittima manifesta ma anche un persecutore nascosto.
3) “Provocatrice e aggressiva”: stuzzica il persecutore. Questo ruolo spesso è associato alla paura di perdere qualcuno o qualcosa, di essere abbandonato o separato, porge l’altra guancia ma provoca il persecutore.
4) “fallito arrabbiato”: si presenta con aria infelice e se non ha l’attenzione dovuta protesta e adita di egoismo il proprio interlocutore.

E' Persecutore, colui che esprime forza e aggressività nascondendo paura e debolezza. E’ punitivo e vendicativo nei confronti di tutti, critica, offende e ferisce, è manipolativo per creare persone a lui sottomesse e da usare. Lo scopo di questa figura è quello di realizzare una rivincita irrealistica su persone diverse da quelle che realmente lo hanno frustrato. 
Questo ruolo assume una doppia veste, quella del “giusto indignato”, il moralista persecutorio che è un infelice e che tenta di difendersi dall'esistere; il suo lato vittima nascosto dice - “siete ingiusti con me… non faccio altro che il mio dovere… è dura per me e deve esserlo anche per gli altri”. La seconda veste è quella del “fallito avvilito”: fugge dalle proprie responsabilità e risolve la situazione accusando gli altri di averlo fatto sbagliare; in questo caso emergerà chiaramente il ruolo della vittima.

 

Bibliografia:
James M., Jongeward D. (1971). Nati per vincere.

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