Il problema dell'interpretazione!
Quando due o più persone comunicano tra loro si creano diverse versioni della realtà. Queste diverse verità dipendono dal modo in cui ognuno tende a credere che l’unica interpretazione possibile della realtà sia quella costruita da egli stesso.
Enormi implicazioni si hanno anche nelle relazioni di coppia, particolarmente quelle in conflitto o in crisi, dove ciascuno sostiene di aver ragione e colloca il torto esclusivamente dall'altra parte.
Prendiamo ad esempio una problematica di coppia in cui lui si chiude passivamente in se stesso e lei brontola e critica. Ad una spiegazione delle loro frustrazioni l'uomo potrebbe dire "io mi chiudo in me stesso perché brontoli" e lei ribattere "io brontolo perché tu ti chiudi in te stesso".
IL TERZO ASSIOMA DELLA COMUNICAZIONE ci dice infatti che "la natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione fra i partecipanti”.
Cosa vuol dire? Non intende, banalmente, i segni di interpunzione, come potremmo pensare ad una prima lettura, ma indica, appunto, le diverse possibilità di interpretazione che un evento comunicativo può avere.
I ruoli dei comunicanti sono definiti dalla propensione degli individui stessi ad accettare un certo sistema di punteggiatura oppure un altro. Watzlawick fa l’esempio della cavia da laboratorio che dice: “Ho addestrato bene il mio sperimentatore. Ogni volta che io premo la leva lui mi dà da mangiare”; quest’ultimo non accetta la punteggiatura che lo sperimentatore cerca di imporgli, secondo la quale è lo sperimentatore stesso che ha addestrato la cavia e non il contrario.
Riferimenti bibliografici:
Watzlawick, P., Beavin, J.H., Jackson, D.D. (1967). Pragmatica della comunicazione umana. Roma: Astrolabio, 1971.