Cos'è il Counseling

 

Il counseling è un intervento di sostegno e ascolto il cui obiettivo è il miglioramento della qualità di vita della persona, la promozione del benessere psicofisico e la prevenzione della psicopatologia.

 

Il Counseling favorisce lo sviluppo e l’utilizzazione delle potenzialità e risorse del cliente, nel pieno riconoscimento della persona e della sua capacità di prendere decisioni e operare cambiamenti in base alle proprie opinioni e valori. 

Si rivolge a tutti coloro che desiderano essere sostenuti in situazioni  problematiche della loro vita.

 

L'etimologia riconduce al verbo latino consulo-ere, traducibile in "avere cura di", "venire in aiuto".

 

La figura professionale del counselor nasce negli anni trenta in America e risponde a tutte quelle persone che pur "non desiderando diventare psicologi o psicoterapeuti svolgono un lavoro che richiede una buona conoscenza della personalità umana" (Rollo May)

 

Il counseling approda in Europa negli anni ’70, attraverso la Gran Bretagna ,  sia come servizio di orientamento pedagogico, che come strumento di supporto nei servizi sociali e nel volontariato.

 

Nel 1951 il termine counseling (o counselling) è usato dallo psicologo statunitense Carl Rogers, considerato uno dei padri della psicologia umanistica, per indicare una relazione nella quale il cliente è assistito nelle proprie difficoltà senza rinunciare alla libertà di scelta e alla propria responsabilità. 

“Se una persona si trova in difficoltà, il modo migliore per aiutarla non è quello di dirle esplicitamente cosa fare, quanto piuttosto di indirizzarla a comprendere la situazione e a gestire il problema facendole prendere, da sola e pienamente, la responsabilità delle proprie scelte e decisioni. Gli individui hanno in sé stessi ampie risorse per auto-comprendersi e per modificare il loro concetto di sé."(Carl Rogers)

 

Una definizione del counseling, tra le tante, che più mi piace è questa:

"Il Counseling è una relazione d’aiuto che muove dall’analisi dei problemi del cliente,  si propone di costruire una nuova visione di tali problemi e di attuare un piano di azione per realizzare le finalità desiderate dal cliente (prendere decisioni, migliorare relazioni, sviluppare la consapevolezza, gestire emozioni e sentimenti, superare conflitti)". (Faip)

 

Cosa non è il counseling

 

Il counseling non è una forma di terapia. Il counselor non fa diagnosi, non prescrive farmaci, non dà consigli, non offre soluzioni,  non è consulenza,  non si occupa di ristrutturazione della personalità.

 

Il riconoscimento della professione 

 

Dal 2000  il CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro) ha inserito il Counseling tra le nuove professioni non regolamentate.

ll 10 febbraio 2013 è entrata in vigore la Legge del 14 gennaio 2013 n.4 (G.U. del 26 gennaio 2013, n. 22) rivolta a disciplinare le professioni non regolamentate tra le quali anche quella del Counselor.

La legge prevede che il  Counselor possa esercitare, anche senza essere iscritto a un’associazione professionale o a un registro. Pur lasciando questa libertà ai professionisti, la legge definisce con chiarezza l’obbligo all’aggiornamento professionale, la formazione continua, la supervisione professionale.

La legge lascia agli enti di categoria (associazioni di categoria di Counseling) il compito di stabilire un codice di condotta (codice etico-dentologico professionale), promuovere la formazione permanente dei propri iscritti, vigilare sulla condotta professionale degli associati, stabilire le sanzioni disciplinari da irrogare agli associati per le violazioni del codice.

 

La formazione

 

Il Counseling è una professione specifica che prevede una formazione base di minimo 900 ore da completare in non meno di 2 anni (CNCP - standard formativi). In genere la formazione si svolge attraverso sia lezioni teoriche sia stage applicativi di addestramento con esercitazioni tecnico-pratiche  come simulate, sviluppo di casi, role playing, videomodeling, tirocini pratici. Quasi tutte le scuole richiedono agli allievi di intraprendere un percorso di crescita personale individuale e/o di gruppo. L’orientamento teorico (gestaltico, integrato, bioenergetico, filosofico, analitico-transazionale, psicoanalitico, psicosintetico…) varia in base all’istituto.

 

Etica e deontologia nel counseling

 

Il rispetto dei fondamenti deontologici si può sintetizzare nel rispetto delle tre C:

- La Competenza;

- Il Contratto, con particolare riguardo al segreto professionale; 

- I Confini professionali, con particolare attenzione al confine sessuale.

 

La competenza riguarda l’ambito di espressione della propria professionalità. Prima regola chiarezza e trasparenza nel presentarsi come professionista, non cedere quindi a una diversa identificazione della competenza di counselor.

 

Il contratto, così come proposto nello schema della Reico (Registro Italiano Counselor) , si compone di una premessa, che fornisce informazioni di base sul counseling, le finalità che esso si propone, il modello teorico del professionista e il campo di competenza. Inoltre lo schema elenca i tempi e le modalità del setting*, per poi descrivere l’obbligo del professionista in ordine al rispetto del Codice etico e deontologico della propria associazione e il suo impegno alla tutela della riservatezza del cliente con l’obbligo del SEGRETO PROFESSIONALE sancito dall’art. 622 del Codice Penale e con l’applicazione del Codice sulla Privacy (Dgl. 196/2003), sia in relazione a tutte le informazioni di cui viene a conoscenza nel corso della relazione sia riguardo ai dati personali del cliente e all’esistenza stessa della relazione.

Il counselor ha il dovere di mantenere il segreto professionale anche nei confronti del minore. Il codice precisa che la rivelazione costituisce reato se viene effettuata senza giusta causa.

La giuste cause sono:

1) consenso del cliente a rilevare suo segreto;

2) obbligo di testimoniare;

3) legittima difesa (quando il counselor è minacciato, ad esempio, dal cliente, che rappresenta un pericolo attuale, presente e incombente).

4) Stato di necessità: salvare sé od altri da un pericolo attuale di danno grave alla persona (ad esempio se viene confidata l'intenzione di voler uccidere qualcuno).

 

Confini professionali: In sostanza si deve utilizzare la relazione di counseling per l’esclusivo interesse del cliente, evitando abusi in qualsiasi campo, sia esso di carattere emotivo, sessuale, ideologico, religioso, economico, etc. 

Abuso è la realizzazione di interessi diversi da quelli del cliente. 

(da Giannella E., Etica e deontologia nel counseling professionale e nella mediazione familiare)

 

 

* Il Setting è costituito da: "set" l'ambiente fisico dove ha luogo la relazione; da una dimensione temporale come orario, durata, frequenza degli incontri e tempi di preavviso mancati incontri; regole come onorario, pagamento, gestione degli incontri mancati, regole dell’astinenza da rapporti sessuali tra counselor e cliente, regola della confidenzialità dei contenuti che emergono nella relazione. Uno spazio protetto e riservato, un luogo d’eccellenza in cui sperimentare la possibilità di esplorare le proprie difficoltà e nuovi modelli relazionali, con la sua prevedibilità ed attendibilità

 

 

 

 


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